C’è vita su Marte? A quanto pare, la NASA potrebbe aver raccolto qualche indizio assai interessante sull’argomento.
Per la vita, almeno per la vita così come la intendiamo e concepiamo sulla Terra, Marte è un ambiente estremamente ostile. Sul Pianeta Rosso manca ossigeno: l’atmosfera è fatta quasi interamente di anidride carbonica. E non c’è acqua in superficie, per via della pressione troppo bassa.
Anche a livello meteorologico campare su Marte sarebbe alquanto complicato. Un marziano dovrebbe saper vivere in un sistema privo di un campo magnetico e di un’atmosfera abbastanza spessa e dunque capace di proteggere il suolo dai raggi cosmici e solari.
Diciamo dunque che ogni organismo dovrebbe imparare a convivere con livelli di radiazione letali a livello cellulare. Inoltre, bisognerebbe muoversi fra temperature che oscillano dai +20°C di giorno a -80°C di notte.
Eppure la scienza astronomica non esclude la possibilità che Marte possa aver ospitato la vita. E la NASA ha di recente svelato di aver raccolto alcune prove interessanti. Nello specifico, nel luglio 2024, il rover Perseverance avrebbe raccolto un campione di roccia molto promettete.
La roccia chiamata Sapphire Canyon, rinvenuta nella regione di Neretva Vallis, ai margini del cratere Jezero, ha rivelato caratteristiche chimiche e strutturali che potrebbero rappresentare una potenziale biofirma. Vale a dire un segno che potrebbe essere compatibile con processi biologici passati.
Il rover ha individuato inizialmente delle macchie simili a quelle di un leopardo, visibili nelle immagini ad alta risoluzione. Poi, tramite il suo piccolo laboratorio chimico integrato, ha riconosciuto pure delle tracce di argilla e limo, che sono elementi che hanno a che fare con l’acqua e che, almeno sulla Terra, hanno favorito lo sviluppo di microbi.
E non è tutto. Nella roccia si troverebbero tracce anche di carbonio organico, zolfo, ferro ossidato e fosforo. Tutti elementi che potrebbero aver alimentato forme di vita microbiche. E poi ci sarebbero anche dei minerali particolari, come la vivianite e la greigite, che i biologi associano ai processi di sviluppo batterico.
La NASA ha definito questa scoperta come “il segnale più promettente mai osservato” per la possibile esistenza di vita passata su Marte. Non si può però parlare di una conferma definitiva. Prima di tutto, bisognerà riportare i campioni sulla Terra per compiere delle analisi più approfondito.
Ogni singolo granello di polvere raccolto su Marte può raccontarci tanto. E ora da una roccia sembra possibile risalire a una storia antica… Chi lo sa, magari rivelatrice di una vita marziana. Un indizio affascinante.
This post was published on 14 Settembre 2025 6:59
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