Risolviamo i problemi della Terra mandandoli nello spazio. Che cosa può andare storto? Questa pare essere l’idea della NASA sotto la nuova amministrazione.
La NASA è uno dei punti di riferimento per quello che riguarda l’esplorazione dello spazio e tutto ciò che riguarda i nostri vicini nel vuoto cosmico.
Ma lo spazio, ovviamente, è anche visto come una risorsa che si può sfruttare per risolvere potenzialmente anche i problemi che abbiamo adesso sulla Terra. Una delle idee più recenti riguarda proprio il portare il più lontano possibile dalla superficie del nostro pianeta un problema che può trasformarsi in una risorsa: un reattore a fissione.
Il piano, secondo quanto riportato dai colleghi di Politico, sarebbe quello di battere sul tempo la Cina e la Russia e costruire entro il 2030 sulla superficie del nostro satellite naturale un sistema con reattore nucleare, che possa a sua volta produrre l’energia necessaria a sostenere una base permanente.
Perché, ovviamente, questo è lo scopo finale: riuscire ad avere una base sulla Luna per accorciare le distanze con Marte e poi con lo spazio nel suo complesso. Di certo non sono gli Stati Uniti gli unici a volersi ricavare uno spazio proprio sulla superficie del nostro satellite naturale.
Almeno questo è quello che ha dichiarato anche il direttore facente funzioni della NASA. Il piano americano in particolare punta a battere sul tempo proprio russi e cinesi che invece a maggio avevano dichiarato l’intenzione di riuscire a costruire un proprio impianto entro il 2035.
Il problema più grosso, anche se gli esperti dichiarano che non è un problema insormontabile, riguarda il modo in cui il materiale radioattivo che dovrebbe funzionare all’interno del reattore deve arrivare sulla Luna.
Molto probabilmente, a differenza di quello che succede sul nostro pianeta, non ci sono materiali radioattivi da scavare all’interno della Luna, il che significa che va portato tutto già pronto. Anche perché, seppure si dovesse trovare del materiale di partenza, questo materiale va comunque raffinato e per raffinarlo ci vorrebbero dei macchinari e degli impianti che andrebbero in qualche modo alimentati.
L’altro problema da risolvere sarà la proprietà dello spazio in cui verranno costruiti i potenziali reattori.
Un’altra questione che, almeno in parte, è stata risolta con un accordo nel 2020 secondo il quale, in pratica un po’ come se si piantasse una bandierina in Risiko, chi riesce a costruire una base può poi reclamare una zona di sicurezza intorno alla base stessa e può quindi impedire ad altri l’accesso.
This post was published on 9 Agosto 2025 14:55
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