Sembrava che fra la presidente Meloni ed Elon Musk fosse sorta una bella e forte intesa. Polemiche e sospetti hanno ribaltato la situazione.
Molti ricorderanno l’arrivo di Musk in Italia, accolto come una specie di imperatore dalle principali istituzioni nazionali. Il miliardario sudafricano naturalizzato statunitense lasciò intendere di apprezzare moltissimo la politica e la personalità di Giorgia Meloni. E la presidente del Consiglio si sbilanciò parlando di un possibile accordo con la società di Elon Musk.
Varie indiscrezioni parlarono allora di un possibile contratto da 1,5 miliardi di euro in cinque anni con SpaceX per garantire copertura satellitare all’Italia. Le opposizioni si ribellarono immediatamente, accusando l’esecutivo di voler delegare la sicurezza nazionale a un monopolista privato straniero. Una soluzione rischiosa, in effetti, che avrebbe potuto mettere in pericolo la sovranità digitale italiana.
Musk non è un referente qualsiasi. Ha già dato prova di essere imprevedibile, politicamente schierato verso fazioni più o meno estreme, e capace pure di pesanti interferenze geopolitiche. Dopo quelle polemiche l’affare tra l’Italia e Musk si è bloccato.
Ora l’Italia ha deciso di investire 767 milioni di euro per costruire una rete satellitare nazionale autonoma. Si chiamerà SICRAL 3 e sarà operativa tra il 2027 e il 2030. L’obiettivo dichiarato è quello di affrancarsi dalla dipendenza da Starlink. Cioè dal sistema di comunicazione satellitare di Musk, usato in ambito civile e militare in vari paesi.
La rete satellitare italiana, secondo quanto comunicato da il ministro Crosetto, sarà interoperabile con IRIS², il progetto europeo da 6,5 miliardi di euro per una costellazione di satelliti strategici.
Quindi l’Italia ha abbandonato l’idea di collaborare con Musk per controllare direttamente le proprie comunicazioni riservate. Soprattutto quelle della Difesa, della Protezione Civile e dei vari ministeri. Parlare di una guerra fra la Meloni e Musk è improprio, ma è palese che il Governo ha cambiato rotta. Si è passati infatti da un possibile accordo da 1,5 miliardi con Starlink, a un investimento pubblico per capacità proprietarie.
Siamo di fronte a una dichiarazione di indipendenza tecnologica? Le comunicazioni governative e militari devono essere sicure, criptate e sotto controllo nazionale. E il progetto SICRAL 3 sarà gestito da Thales Alenia Space Italia e Telespazio, aziende al 100% italiane e affidabili.
E ha senso. L’idea di far controllare un’infrastruttura così importante e sensibile a un potente come Musk sembrava far acqua da tutte le parti. E l’Italia ha fatto benissimo a scegliere di costruire le proprie difese, anche se costerà caro.
This post was published on 2 Agosto 2025 18:52
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