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Questo schermo vale 20.000 euro ma non puoi guardare la TV: come funziona

Cosa giustificherebbe il valore così elevato di un singolo televisore? Soprattutto se il televisore in questione non è progettato per guardare i tuoi programmi preferiti?

L’arte prodotta digitalmente è ormai parte integrante della produzione artistica globale. Mettendo da parte gli abomini dell’intelligenza artificiale generativa, che nessuno dovrebbe in realtà considerare vera arte, c’è però tutto un mondo di creativi che attraverso gli strumenti digitali stanno dando vita a nuove forme di comunicazione.

Tutto questo, però, ha bisogno di schermi specifici. Secondo qualcuno che, in un certo senso, ha permesso all’arte digitale di esplodere, gli schermi che abbiamo a disposizione non sono più sufficienti.

Ed ecco allora un progetto da 20.000 euro in grado di portare nel mondo reale ciò che è nella mente di alcuni creativi. A differenza di quanto accade di solito, questo schermo non è utile a nulla se non a mostrare arte: una vera e propria sfida a tutto ciò che è elettronica di consumo.

20.000 euro di TV, ma non ci troverai le tue serie preferite

Quella degli schermi, della loro risoluzione, della capacità di ricreare i colori della vita reale e di rendere le immagini vive con un dettaglio simile a quello che vede l’occhio umano, è una frontiera che continua a espandersi.

20.000 euro di TV, ma non ci troverai le tue serie preferite – (foto Layer) player.it

Anche perché, ormai, quasi tutto ciò con cui veniamo in contatto è mediato da uno schermo: TV, tablet, smartwatch, PC e laptop.

Secondo Angelo Sotira, lo storico fondatore della piattaforma DeviantArt, c’è bisogno di un’altra tipologia di schermo. Una tipologia che consenta agli artisti che si muovono a metà strada tra coding e arte figurativa di esprimere ciò che hanno dentro nel modo migliore possibile.

Si tratta dei cosiddetti artisti di arte generativa (che non ha niente a che vedere con quella che esce fuori battendo sulla tastiera come le scimmiette): è una modalità di produrre arte per cui gli artisti scrivono stringhe di codice che rispondono poi in maniera visiva su una superficie.

Per riuscire a rendere al meglio questo genere di opere d’arte, però, c’è la necessità di schermi che siano in grado di accompagnare tecnologicamente quelle che sono le richieste computazionali. Ed ecco che nascono gli schermi Layer.

Al loro interno c’è tutto il necessario per eseguire nella maniera più morbida e fluida possibile i calcoli necessari affinché l’opera d’arte si mostri. Gli schermi sono quindi dotati di una GPU e chiaramente di un pannello ad altissima risoluzione. Ma non c’è nient’altro.

Come si legge sul sito ufficiale di Layer, infatti, gli schermi così prodotti non hanno microfono, non hanno altoparlanti e non hanno nessun tipo di comando o controllo che possa poi renderli utilizzabili per altre cose.

Il formato, tra l’altro, è quanto mai particolare, dato che gli schermi Layer vengono prodotti in un formato quadrato di circa 40 pollici per 40 pollici e sono dotati di agganci sia per parete sia per soffitto.

This post was published on 9 Giugno 2025 14:57

Valeria Poropat

Sono Valeria e adoro la tecnologia e la parola scritta. Dopo la maturità classica ho studiato lingue presso La Sapienza di Roma e sono specializzata in traduzione e transcreazione. A un anno e mezzo ho incontrato un Commdore 64 e a otto anni ho deciso che avrei fatto la giornalista. Alla fine, ho trovato il modo di mettere tutto insieme e ho scoperto nel mondo dell'informazione tech il mio ambiente naturale. Mi occupo di tutto ciò che è tecnologia, con una predilezione per i videogiochi e le innovazioni che sono in grado di migliorarci la vita.

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