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Recensioni

Tales Of Xillia Remastered porta nel presente uno dei capitoli meno conosciuti della leggendaria saga di JRPG; ecco la nostra recensione su PS5

Bandai Namco si è impegnata, con le mani e con i piedi, in una gigantesca operazione di riammodernamento di parte del suo patrimonio: lo abbiamo visto recentemente con Pac Man World Re-PAC 2, ad esempio e lo avevamo visto a inizio anno con Tales Of Graces f Remastered, giusto per fare 2 dei nomi più recenti. Bene: Tales Of Xillia Remastered continua su questo precisissimo andazzo e lo fa riportando sulle console attuali uno dei capitoli più “sperimentali” della saga nata in seno a Namco oltre trent’anni fa.

L’original Tales Of Xillia è l’iterazione Playstation 3 della saga e uno dei rarissimi videogiochi del brand ad avere un suo seguito diretto, Tales Of Xillia 2, di cui probabilmente sentiremo parlare in qualche forma durante il corso del prossimo anno. Caratterizzato dalla possibilità di giocare nei panni di uno dei due personaggi principali, Xillia ha subito per oltre un decennio la maledizione del cell, il processore Playstation 3 che ha reso complesso il suo porting altrove; l’altro videogioco uscito in quel periodo relativo alla saga, Tales Of Vesperia, infatti è giò disponibile su sostanzialmente tutte le piattaforme da almeno una mezza dozzina di anni.

Bando alle ciance: come se la caverà Tales Of Xillia Remastered in questa sua nuova versione? Scopriamolo insieme un frammento alla volta.

Due personaggi per… un singolo modo di vivere la storia?

Due personaggi per… un singolo modo di vivere la storia? (player.it)

Tales Of Xillia parte con uno dei più intriganti incipit concettuali dell’intera saga: la vicenda si svolge a Rieze Maxia, un mondo in cui umani e spiriti convivono in una sorta di patto implicito: gli uni forniscono mana, gli altri offrono potere; questo scenario, per quanto classico all’apparenza, è rapidamente declinato all’interno di un contesto di fantapolitica dove due nazioni rivali interpretano due ruoli opposti, con la tecnologia che rende le cose più difficili da gestire per i vari astanti. 

Questo scenario può essere vissuto da uno tra due protagonisti scelti dal giocatore all’inizio: Jude, uno studente di medicina che si ritrova suo malvolentieri complice di un una situazione sgradevole e Milla, incarnazione “umana” del signore degli spiriti Maxwell. Questo concept, per quanto sulla carta interessante, purtroppo è reso in maniera claudicante da una certa inesperienza del Tales Studio in quanto le linee narrative finiscono per sovrapporsi di continuo e le differenze reali tra le run sono molto meno frequenti di quanto sarebbe legittimo aspettarsi. 

Non tutto, chiaramente è da buttare: la storia, anche a dieci anni di distanza dal gioco originale, continua a funzionare bene grazie ai personaggi del party, tutti ben definiti entro i canoni tipici dell’anime JRPG, con tante skit (brevi dialoghi opzionali tra membri del party) divertenti che approfondiscono i rapporti tra comprimari. Chiaramente questo non è detto che sia il gioco per voi, specie se l’ultimo JRPG che avete giocato è Clair Obscur, ma rimane comunque un comfort food adatto a determinati tipi di palati.

Aggiornamenti tecnici a parte…

Aggiornamenti tecnici a parte… (player.it)

Visivamente Tales of Xillia è chiaramente un gioco nato in epoca PS3: il realismo è bandito in favore di uno stile “anime” pulito e leggibile, con modelli dei personaggi semplici e ben riconoscibili, per quanto non esattamente originali; il discorso si può perfettamente replicare in relazione alle ambientazioni, che alternano stilemi tipici dell’europa a paesaggi più esotici che alle volte tradisocno le origini culturali di alcuni elementi di lore, tra mondo slavo ed estetica propria di una certa mongolia; tutto questo viene reso in maniera efficace grazie a una direzione artistica che lavora più di palette e silhouette che di dettaglio bruto.

Dal punto di vista tecnico invece la nostra versione, quella PS5, gode del giusto livello di stabilità che serve a un videogioco dal combat system molto action: framerate stabile, sempre e comunque, complice anche il sopracitato scarso livello di dettaglio. Le texture saranno ripetitive e gli ambienti spogli, per carità, ma almeno non c’è nulla che possa ostacolare la nostra volontà di fare una combo più lunga della precedente. 

Il lavoro di “ammodernamento tecnico” lascia un po’ quel che trova: nei giochi dallo stile visivo stilizzato, a contare è la pulizia dell’immagine. Intatto anche il doppiaggio inglese originale, nella media, e la colonna sonora che invece ha qualche interessante picco a cura di Motoi Sakuraba, che in quel periodo stava diventando più importante grazie alla sua partecipazione a Dark Souls. 

Di pugni, spade e spiriti

Di pugni, spade e spiriti (player.it)

Il cuore di Tales Of Xillia è, chiaramente, dato dalla combinazione del sistema di combattimento e del sistema di crescita dei personaggi. Il primo si basa su una versione evoluta del Linear Motion Battle System, qui arricchito dal meccanismo del “link” tra personaggi che permette al giocatore di collegare il proprio personaggio a un alleato facendoli agire in tandem, sfruttando abilità automatiche, diventando particolarmente efficaci contro tipi particolari di nemici e sbloccando l’utilizzo delle Linked Artes.

Queste sono tecniche speciali che nascono dalla combinazione di due abilità dei personaggi collegati: per poterle utilizzare è necessario riempire una barra dedicata chiamata “overlimit” con cui è possibile innescare attacchi combinati che diventano il vero “piatto forte” del sistema. Il resto del gioco utilizza le basi di Tales Of Graces e su queste ci innesta i potenziamenti derivanti dal sistema di progressione: una griglia di crescita non troppo distante dalla sferografia, in cui riscattando gruppi di sfere è possibile riscattare una tecnica speciale collegata. Questa soluzione è invecchiata bene in quanto a un profondo sistema di combo la capacità di dare a ogni personaggio un taglio più difensivo od offensivo, anticipando lo sblocco di abilità attive o passive per donare nuovi volti al personaggio. 

Il resto del gameplay si presenta in maniera molto tradizionale: mappe da esplorare, città in cui immergersi, dungeon da conquistare e side quest da portare a termine. Le missioni secondarie sono tradizionalissime e a oggi ricadono perfettamente nel concetto di “fetch quest” ma hanno il pregio di non essere eccessivamente prolisse e, a volte, aggiungono piccoli frammenti di caratterizzazione ai personaggi o al mondo di gioco. Purtroppo, anche qui, il problema principale è legato al non aver utilizzato in maniera sensata l’idea “centrale” del gioco: nonostante due protagonisti diversi, non c’è granché che renda il gioco rigiocabile in quanto le differenze tra i due playthrough sono poco sostanziali.

Di pugni, spade e spiriti (player.it)

Fortunatamente ci sono degli aggiornamenti in termini puramente ludici che indorreranno sicuramente la pillola ai nostalgici: cutscene skippabili, modificatore di velocità per la camminata del protagonista, possibilità di disabilitare gli scontri in giro per la mappa e così via; tra le novità più “intriganti” troviamo senza dubbio il grade shop disponibile fin da subito, per permettere ai giocatori che già conoscono la trama di “rompere” gli equilibri del gioco più rapidamente e una montagna di costumi originariamente in forma di DLC, per tutti quelli che vogliono vestire i vari personaggi nelle maniere più bislacche.

Conclusioni

Oggi come ieri Tales Of Xillia è lontano dai migliori capitoli della serie, complice la scelta poco sensata di non sfruttare l’idea centrale al gioco. A che serve poter scegliere il personaggio protagonista se le differenze tra i due in termini di esperienza sono minime? Il resto del gioco non invecchia sempre benissimo, tra fetch quest e aspetto visivo datato ma crediamo che tutto venga ripagato da un battle system gratificante e da un sistema di crescita che lascia il giusto spazio di manovra al giocatore, premiandone l’abilità di leggere oltre i pixel e i poligoni per scoprire quanti colpi di seguito si possono dare agli avversari.

Voto finale: 7

This post was published on 13 Novembre 2025 23:00

Graziano Salini

Perennemente alla ricerca di legami tra argomenti distanti tra loro, con una certa predilezione per musica e videogiochi. Faccio il possibile per fare in modo che ci siano meno errori di concetto possibili sugli articoli di Player.it, grande fan degli errori grammaticali invece, quelli fanno sempre ridere. Quando non sto amministrando questo sito lavoro mi occupo di spiegare cose difficili in maniere semplici su altri siti, su tematiche molto meno allegre dei videogiochi.

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