Secondo un report di Reuters, le nuove schede Nvidia saranno dotate di una tecnologia di localizzazione che, sfruttando l’IA, aiuterà a prevenire casi di contrabbando.
La pirateria è un fenomeno che colpisce il mondo da secoli. Perché si, se oggi quando si parla di pirateria si pensa subito a quella informatica, con la diffusione di contenuti audiovisivi senza previo consenso di produttori e distributori, non bisogna dimenticare che la pirateria nasce per diffondere merci fisiche, fenomeno che ancora oggi è parecchio in voga e colpisce molti più settori di quanto si pensi.
Certamente i traffici maggiori sono riservati a sostanze illegali o armi, ma esistono dei mercati che forse per noi europei sembrano superflui ma che si rivelano essenziali in certe parti del mondo. Forse non tutti sanno che le GPU targate Nvidia, in alcune aree del mondo, sono totalmente bandite come per esempio in Cina, in cui il Governo centrale ha intimato alle aziende tech di cessare i rapporti con Nvidia così da continuare a sviluppare software IA autoctoni.
Adesso però è Nvidia a correre ai ripari e a prevenire atti di contrabbando, tramite l’implementazione di un sistema davvero all’avanguardia.
Pochi giorni fa, un report di Reuters ha messo in luce una nuova funzionalità che Nvidia starebbe introducendo, per riuscire a gestire in maniera più intelligente e precisa il commercio delle sue GPU in tutto il mondo. Si tratterebbe di una tecnologia di geolocalizzazione, che permetterebbe a Nvidia di vedere in tempo reale in quali Paesi stanno venendo utilizzate le GPU AI di ultima generazione.
Secondo quanto riporta il report, la nuova funzione sarebbe un’opzione che sfrutta le cosiddette “confidential computing capabilities” proprie delle GPU AI di Nvidia, offrendo un servizio aggiuntivo ai propri utenti: in poche parole, ogni GPU emetterà un segnale e, in base al ritardo di ricezione presso i server centrali, sarà possibile capire l’area geografica da cui proviene.
Oltre alla posizione geografica, la nuova funzione permetterà di identificare anche lo stato di salute della GPU ed eventuali problemi. Il controllo che Nvidia vuole praticare non è su singole GPU ovviamente, ma su interi carichi con centinaia e centinaia di schede che vengono spedite in Paesi in cui non dovrebbero arrivare. Al momento, sappiamo per certo che la funzione sarà attiva sulle GPU Blackwell, dato che queste presentano già delle caratteristiche strutturali che permettono l’utilizzo del software in maniera più lineare. L’obiettivo è estendere il servizio a tutte le GPU.
Non si può certo dire che Nvidia non abbia sofferto il contrabbando si schede negli anni: l’istituto statunitense DoJ ha stimato che il traffico di GPU Nvidia H100 e H200 verso la Cina, sarebbe quantificabile in 160 milioni di dollari. Un report del Financial Times invece, parla di cifre ben superiori, arrivando a stimare prodotti dal valore di 1 miliardo di dollari entrati in Cina, soltanto durante i primi tre mesi dell’amministrazione Trump, nonostante i paventati controlli sull’export che l’amministrazione di “The Donald” avrebbe messo in atto.
This post was published on 12 Dicembre 2025 21:00
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