Il titolo raccoglie già tutto ciò che Art Society è, ma lasciate che vi mostri quanto questo gioco possa essere divertente per una coppia o un gruppetto di massimo quattro giocatori che desiderano passare un’oretta a divertirsi attorno a un tavolo. Ringraziamo Giochi Uniti per averci fornito il gioco per la recensione.
Staccate tutte le tessere dalle fustelle e piazzatele negli scompartimenti appositi della scatola, preparate il tabellone museo al centro coi segnalini colorati che indicano i tipi di quadro (dei 4 colori rosso, verde, giallo e blu), scegliete una plancia e prendete in mano i corrispettivi segnalini asta da 1 a 20. Pescate un quadro speciale (quelli contrassegnati dalla stella) e posizionatelo sopra almeno una delle caselle centrali della vostra plancia, poi pescate uno dei segnalini asta bianchi: diventa il primo banditore d’asta chi ha il numero più basso. E si appropria così anche del simpatico martelletto.
Il banditore sceglie dal retro un numero di quadri pari al numero di giocatori più uno (se siete in due, ne sceglie 3) e li piazza al centro, li scopre e così si dà inizio all’asta. Ogni giocatore sceglie un segnalino d’asta e si definisce l’ordine di scelta partendo da chi ovviamente ha puntato il numero più alto.
L’obiettivo dei giocatori è riempire la propria plancia accumulando più punti possibili. I quadri vanno sempre piazzati a contatto tra loro, ma è importante ricordarsi che due quadri dello stesso tipo non possono mai toccarsi o i loro punti verranno annullati. Se invece si piazza un quadro a contatto con altri che presentano la stessa cornice, il giocatore ottiene un segnalino arredo di valore pari ai quadri adiacenti con la stessa cornice, appunto. Questo va piazzato sempre a contatto con altri elementi nella plancia per riempire buchi o aiutarsi nel piazzamento dei prossimi quadri.
Oppure è possibile piazzare un quadro o arredo che non vogliamo ancora mettere nella plancia in mano al nostro assistente sulla destra. Da qui, sarà possibile piazzare l’arredo o quadro in qualunque turno, dopo aver piazzato un altro quadro. Alla fine della partita, ciò che l’assistente ha in mano non porta punti. Importante invece riempire gli angoli della plancia che altrimenti sottraggono 2 punti l’uno ed evitare di prendere quadri che non entrano nella nostra plancia, altrimenti si rischia di terminare la partita (se se ne accumulano due) e di perdere 2 punti per ogni quadro non piazzato.
Finita l’asta, un quadro avanzerà sempre. Queste verrà dunque posizionato a lato del tabellone museo in corrispondenza del suo colore e il segnalino del suo tipo avanzerà sul tabellone di tante caselle quante indicate sul retro del quadro stesso. Per esempio, far avanzare un grosso quadro giallo da 9 punti nell’asta equivale a far aumentare il valore di tutti i quadri gialli.
Alla fine della partita, il punteggio varierà proprio in base a quanto valgono i diversi tipi di quadri. Tornando all’esempio di prima, se sono avanzati tanti quadri gialli grandi, il segnalino dei quadri gialli avrà un alto punteggio sul tabellone museo e ogni quadro giallo varrà ben 5 punti. Inoltre, se il giocatore ha dei quadri da 5 punti (gialli in questo caso) nell’area più chiara della propria plancia – chiamata la linea degli occhi – guadagnerà 3 punti in più per ognuno di essi.
Il procedimento sembra complesso, ma con il tabellone, i quadri e i segnalini davanti è tutto estremamente semplice da comprendere. Se il piazzamento tessere e gli incastri vi appassionano troverete davvero tante ore di divertimento in Art Society, con partite sempre diverse in base ai giocatori e alle strategie adottate.
Un plauso all’ottima fattura di tutti i componenti del gioco, a partire dalla scatola con le cornici in rilievo e i quadri scavati che creano una piacevole tridimensionalità. All’interno, ricoperto in velluto e ricco di scompartimenti (peccato però l’assenza di spazi designati alle tessere arredo), tantissime fustelle per ospitare le plance di gioco, le tessere degli oltre 100 quadri e tutti i segnalini arredo.
I quadri richiamano dipinti reali, alterati in modo buffo e bizzarro per aggiungere un tocco di originalità e comicità che rende Art Society decisamente unico. Il regolamento è chiaro e conciso, tranne su un paio di punti: in caso di parità nell’asta si considera il segnalino posto “sotto” secondo il manuale, che però sarebbe più chiaro indicare come “quello giocato nel turno precedente”; poi non sono ben chiare e separate le modalità con cui scambiare i quadri con il museo. Per il resto, le regole si imparano in un lampo e anche alla prima partita si va spediti senza dover ricontrollare il manuale!
Oltre alla splendida fattura del gioco, con copertina in rilievo, interni in velluto, 116 parodie di quadri, tanti segnalini e plance illustrate, Art Society si è dimostrato un gioco variegato, semplice da imparare, ma intricato poi nelle strategie utilizzabili. Mostra un’ottima varietà e induce un senso di competitività accentuato dall’asta che mette i giocatori nella posizione di volersi accaparrare a tutti i costi i pezzi necessari alle proprie plance. Ho tanta voglia di tornare al museo.
This post was published on 14 Novembre 2025 23:00
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