Una scoperta straordinaria. Una realtà mai notata e studiata in precedenza, che potrebbe illuminarci su piani astronomici sostanzialmente misteriosi.
Ci sono ricerche astronomiche molto importanti e affascinanti che spesso vengono accolte dal grande pubblico senza particolare interesse. Studi che riescono a ottenere scarsa risonanza o a farsi notare come mere curiosità. E poi ci sono quelle scoperte che riescono a toccare subito anche coloro che masticano poco l’argomento astronomico.
Quando si parla della formazione e dell‘evoluzione delle galassie è infatti impossibile non lasciarsi suggestionare. Lo stesso succede quando viene tirata in ballo la materia oscura. La nuova scoperta riguarda entrambi questi domini.
Parliamo dell’analisi di un antico flusso stellare, ovvero di una traccia di una fusione galattica, utile a capire come le grandi galassie crescono inglobando le piccole. Uno studio che si concentra anche sulla materia oscura e la sua distribuzione nell’universo. Degli astronomi hanno infatti individuato un enorme flusso stellare, lungo quanto la Via Lattea, che potrebbe fornirci nuove, preziosissime informazioni sull’evoluzione della nostra galassia.
La scoperta è stata compiuta da vari astronomi grazie al nuovo Vera C. Rubin Observatory in Cile, utilizzando immagini profonde dell’ammasso della Vergine e analisi pubblicate su arXiv. L’osservatorio, progettato per rilevare segnali a bassissima luminosità, invisibili ai telescopi precedenti, ha permesso agli studiosi di distinguere il flusso stellare dal fondo cielo. Una cosa che finora era stata impossibile.
Il flusso stellare è stato individuato nella galassia Messier 61 (M61), una spirale barrata situata a circa 50 milioni di anni luce dalla Terra, nel cluster della Vergine. La sua lunghezza di questo flusso dovrebbe essere di più di 150.000 anni luce. Dunque paragonabile alle dimensioni della Via Lattea.
Secondo gli astronomi, il flusso dovrebbe essere nato dalla distruzione di una piccola galassia o di ammasso stellare. Ed è un fenomeno enorme e affascinante, utile anche a capire l’evoluzione della nostra galassia e la distribuzione della materia oscura. La sua scoperta conferma che la Via Lattea non è un sistema statico, ma qualcosa che continua a evolversi, a mutare, a muoversi. evoluzione.
La lunghezza eccezionale di questo flusso lo rende di certo uno dei più grandi mai osservati. Per gli studiosi diventerà un laboratorio naturale per studiare tanti argomenti. Dalla materia oscura alle dinamiche gravitazionali. Potremo capire, per esempio, come funziona la distribuzione della materia oscura, dato che la forma e la traiettoria di questi flussi dipendono dalla gravità invisibile che li plasma.
Inoltre, studiare questo flusso potrebbe aiutare gli scienziati a ricostruire la storia delle fusioni galattiche e a comprendere meglio la struttura del nostro alone galattico.
This post was published on 21 Novembre 2025 6:55
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