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MÖRK BORG Heresy Supreme, ovvero come trasporre fedelmente un GDR da tavolo con tanta violenza arcade | Anteprima

Uno dei progetti italiani su cui abbiamo gli occhi puntati è proprio MÖRK BORG Heresy Supreme, come abbiamo avuto già modo di entusiasmarci e parlarne in una passata doppia intervista a due interpreti della colonna sonora, Lili Refrain e Cani dei Portici.
Il motivo? Beh, è un c***o di videogioco di MÖRK BORG! E per giunta prodotto in Italia da quei matti di Morbidware, già autori di The Textorcist.

Il videogioco sta arrivando in un momento in cui, nel frattempo, il GDR di MÖRK BORG viene finalmente localizzato in lingua italiana da Need Games, con tanto di ospitata di Johan Nohr al Lucca Comics & Games 2025, artista dietro le grafiche del gioco, e una sua mostra di cui vi parleremo a breve in un altro articolo!

Per chi non sapesse di cosa stiamo parlando, MÖRK BORG è un gioco di ruolo che ha letteralmente rivoluzionato il mercato del suo settore grazie a due semplici intuizioni punk:

  • Promuovere un sistema di gioco snello e rapido adattabile a qualsiasi contesto e senza dover studiare interi manuali per poter giocare una partita.
  • Avere un’identità visiva estrema, minimalista e brutale che ha praticamente rotto gli schemi editoriali, prendendo spunto da locandine e dischi musicali, con un leggero tocco di colore giallo.

In questa ambientazione medievale-apocalittica dove si avanza in maniera grottesca verso la fine dei tempi, i personaggi sono esseri disperati che vivono i loro ultimi giorni tra rovine, infezioni, demoni e follia.

Heresy Supreme è la risposta videoludica a MÖRK BORG, titolo sviluppato da Morbidware proprio in collaborazione con gli autori svedesi del GDR sotto l’etichetta di Stockholm Kartell. In vista del lancio della demo pubblica, siamo riusciti ad ottenere una copia per la stampa proprio per parlarvene in anteprima.

Dungeon crawler e mazzate brutali

Il mio primo impatto con MÖRK BORG Heresy Supreme è stato a dir poco brutale: la copia digitale per giocarci è arrivata proprio il giorno prima di partire per Lucca, e ho potuto provare giusto 20 minuti quella sera, mentre facevo le valigie.

Mi ha accolto il brano di Lili Refrain che già è possibile ascoltare nei trailer di gioco, mentre una voce annunciava l’arrivo dell’apocalisse, il tutto mentre lo schermo mi violentava gli occhi con sprazzi di giallo, il colore simbolo di MÖRK BORG. Nella confusione della serata, non mi sono accorto che il gioco consigliava di usare il gamepad, così mi sono trovato con dei comandi per tastiera davvero impossibili da padroneggiare (i tasti per le azioni erano quasi lettere a caso, tipo la K e la L).

A un certo punto mi sembrava di stare davanti a un cabinato arcade, dove giocare in maniera assolutamente non ergonomica ma con la pura violenza delle dita sbattute sui tasti. In effetti, in questi mesi Morbidware si è divertita a portare un cabinato di Heresy Supreme in giro per le fiere, anche alla Gamescom in Germania, dove ha raccolto un po’ di feedback, consensi e wishlist (a proposito, wishlistate!).

Ci ha pensato poi Matteo Corradini (sì, esatto, Matteo dei The Pills, ora lavora come sceneggiatore per Morbidware e soprattutto fa un podcast sui videogiochi che il nostro caporedattore Graziano Salini segue assiduamente), a riportarmi sulla retta via del gamepad durante il Lucca Comics & Games 2025, dove era presente allo stand di Need Games con la demo del gioco, con una postazione alla mostra di Johan Nohr.

Heresy Supreme è un dungeon crawler in 2D, a scorrimento laterale e con stanze procedurali, dove bisogna esplorare, mazzuolare i nemici di turno, raccogliere oggetti, risolvere prove con tiri di dadi e cercare di resistere il più possibile al caso. La demo permette di esplorare solo un tipo di dungeon fino al suo boss finale, ma Matteo ci ha assicurato a Lucca che ci saranno più ambientazioni tematiche.

Pad alla mano, MÖRK BORG Heresy Supreme è un’esperienza molto più ergonomica ma parimenti violenta, brutale e divertente. Nelle diverse run che ho fatto ho avuto modo di provare diverse interazioni, di trovare più personaggi (un prete e un arciere), di provare diverse armi e diverse mosse.

La cosa che mi ha stupito di più di Heresy Supreme è che sia MÖRK BORG al 101% in tutti i suoi comparti. Il più lampante, quello grafico, è chiaramente casinaro e violento come le art di Johan Nohr, con font di tutti i tipi, scritte storte, goticismi e sporcizia varia. Le musiche dure e grezze accompagnano le giocate ora con suoni gutturali, ora con distorsioni baritone spaccamascella, ora con ritmi tribali.

Ma è il comparto ludico il vero colpo critico di Heresy Supreme: nonostante il gioco sia a tutti gli effetti un action RPG, riesce a comunicare davvero lo stesso tipo di esperienza che si prova a giocare al tavolo con MÖRK BORG. L’esperienza è, davvero, esattamente la medesima: ti fai un personaggio, lo mandi nella mischia, fa due ca**ate e muore. E subito sotto con il prossimo personaggio.

Quando si viene ridotti a 0 punti ferita, il personaggio diventa Broken (Inerme nella localizzazione italiana ad opera di Need Games) e il gioco va a rallentatore per permettere al giocatore di provare a riprendersi compiendo qualche gesto disperato come curarsi al volo o colpire nemici, così da riguadagnare 1 PF. Questa meccanica emula in maniera meno aleatoria ma più ansiogena proprio la meccanica broken del gioco al tavolo!

MÖRK BORG è, in gergo, un OSR (Old School Renaissance), ossia un GDR che fa uso di un sistema di gioco rapido e snello come i giochi di ruolo vecchia scuola. Trovo illuminante e assolutamente giusto che, per Heresy Supreme, Morbidware abbia individuato nella pura esperienza arcade, fatta di bottoni schiacciati con forza e partite ricominciate daccapo di continuo, proprio il corrispettivo videoludico di un OSR.

Vedremo se i personaggi rotti e sgangherati di Heresy Supreme, in futuro, ci sapranno raccontare anche una bellissima storia apocalittica e assolutamente fuori dalle righe, come MÖRK BORG ci ha sempre abituato, quando arriverà il rilascio ufficiale del gioco.

Lo stile dell’apocalisse

In un panorama videoludico sempre più levigato e prevedibile, MÖRK BORG Heresy Supreme sembra voler urlare l’esatto opposto, proprio come il suo corrispettivo da tavolo: che l’imperfezione può essere un linguaggio, che la brutalità può diventare estetica e che la più sincera forma di caos comunica più verità di mille cutscene patinate. Heresy Supreme è un progetto che chiede di essere giocato con liturgia punk e clangori metallici, con al forza bruta e la voglia di ridere delle proprie disgrazie. E se davvero l’apocalisse dovrà arrivare, allora non poteva scegliere migliore colonna sonora, né miglior esperienza arcade, né miglior tonalità di giallo.

This post was published on 5 Novembre 2025 0:01

Alessandro Colantonio

Game designer in erba e chitarrista a tempo perso. Nasce all'ombra del Vesuvio nel 1991, muove i suoi primi passi nel mondo dei videogiochi su un Windows 95 all'età di 5 anni, e diventa presto un Allenatore di Pokémon. Bazzica tra radio web e band durante i suoi studi universitari tra Napoli, Roma e Milano, si parcheggia nella fan-community di Pokémon Milennium dove instaura il suo regime dittatoriale da caporedattore, costruendo una macchina da recensioni e contatti e diventando inconsapevolmente PR. Oggi, oltre a prestare le sue dita a Player.it per articoli, recensioni e approfondimenti, figura anche come PR abusivo per il comparto giochi da tavolo e giochi di ruolo. I suoi generi preferiti sono i gestionali, gli strategici, i tattici e i GDR. Ma essendo un accumulatore seriale di videogiochi, cerca sempre di giocare ogni titolo che gli capita sotto mano. Fa parte anche del collettivo GDR Weirdoor e dell'organizzazione di Roll!Fest - Bracciano International RPG Festival.

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