L’Italia è un Paese storicamente diviso tra grandi centri urbani avanzati e periferie che sembrano un po’ tagliate indietro.
Anche dal punto di vista tecnologico, le grandi città riescono a godere senza evidenti disagi o snervanti ritardi di tutte le novità dettate dalla rivoluzione digitale. In provincia, invece, tutto arriva molto più lentamente. Se arriva…
Prendiamo il caso della copertura internet. Milano e Roma navigano già da anni a velocità altissime, mentre ci sono migliaia di borghi e di paesini che arrancano con connessioni instabili. Lo Stato italiano sa bene che l’infrastruttura digitale è importante quanto quella stradale. Ma ha difficoltà enormi nel raggiungere certe destinazioni.
Open Fiber sta provando a rispondere a questo problema portando la fibra ottica in cento nuovi Comuni. Si tratta di un processo di modernizzazione diffusa che non riguarda solo la tecnologia. Far arrivare la fibra in provincia significa investire nell’inclusione sociale e nello sviluppo economico.
Ma è giusto che a Milano si navighi a 1 Gigabit, mentre in un piccolo Comune dell’Appennino si faccia ancora fatica a scaricare un documento e che sia praticamente impossibile guardare un film in streaming?
Questo perché avere un internet veloce significa poter lavorare da remoto, accedere a servizi pubblici digitali, studiare online, e in molti casi anche mantenere viva una comunità locale che potrebbe sentirsi svantaggiata.
Tale progetto rientra nel grande piano nazionale di digitalizzazione, sostenuto da fondi pubblici e privati. Qualcuno protesta: in Italia non ci sono strade e ospedali e ci si preoccupa di internet? Sì, bisogna preoccuparsi anche di internet. Che è un’infrastruttura che non si vede, ma che regge la vita quotidiana di tantissime persone.
I cento Comuni sembrano equamente distribuiti tra Nord, Centro e Sud. Ci sono delle città più grandi, ma soprattutto di borghi e paesino di provincia, luoghi che storicamente sono rimasti ai margini delle grandi trasformazioni.
Ventisette di questi Comuni saranno coperti dalla fibra FTTH. Si tratta di Aci Catena, Antillo, Apice, Boscoreale, Briosco, Casalvecchio di Puglia, Casola di Napoli, Castel di Iudica, Castelfiorentino, Castelnuovo della Daunia, Gandino. E ancora: Lazise, Limina, Merate, Milazzo, Nociglia, Pompei, Priverno, Roccagloriosa, Romans d’Isonzo, Sant’Arcangelo Trimonte, Solaro, Somaglia, Stienta, Vaiano, Venticano, Zafferana Etnea.
Poi, altri ottantadue Comuni saranno coperti dalla fibra FWA Gigabit di Open Fiber. Per capire se il proprio Comune è stato raggiunto dalla fibra basta consultare l’elenco ufficiale sul sito di Open Fiber.
La Open Fiber è una società che appunto realizza reti in fibra ottica FTTH, controllata al 60% da Cassa Depositi e Prestiti e al 40% dal fondo australiano Macquarie. I soldi per costruire la rete arrivano da capitale dei soci e da grandi finanziamenti bancari: negli ultimi anni sono stati raccolti oltre 3 miliardi di euro con prestiti e rifinanziamenti, più iniezioni di capitale da parte dello Stato italiano.
This post was published on 25 Novembre 2025 6:54
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