I robot sono già dovunque. Non solo nelle università o nelle fabbriche. Si muovono nelle città e la loro presenza non è sempre gradita.
In molte città dell’estremo Oriente i robot fanno già parte dell’ecosistema urbano. A Tokyo e Osaka ci sono robot-vigili che gestiscono il traffico. Ci sono anche degli androidi receptionist o specializzati nel ruolo di camerieri. In certi punti si trovano poi dei robot che fungono da guide turistiche o da assistenti per anziani.
A Seul, invece, i robot-droni consegnano pacchi e cibo. Per farlo, navigano tra i grattacieli e i quartieri residenziali. Sono così tanti, che hanno delle corsie preferenziali sul marciapiede. E certi condomini prevedono persino degli ascensori compatibili con il supporto.
La cosa piace anche in Occidente. Di fatti, le più avanzate metropoli statunitensi stanno da tempo testando l’uso di robot autonomi su ruote per effettuare consegne su brevi distanze. Si punta a sostituire rider, postini e facchini con piccoli dispositivi intelligenti, simili a macchinine su sei ruote.
Si muovono sui marciapiedi sfruttando sensori e GPS per non scontrarsi con pedoni, per non finire sotto un’auto o bloccarsi di fronte a degli ostacoli. L’obiettivo è integrarli nel traffico urbano e ridurre i costi di consegna, migliorando al contempo l’efficienza logistica.
I progetti pilota sono già attivi a Los Angeles, Miami, Washington e New York. Ma ogni città ha diverse regole per ciò che concerne il traffico e la libera circolazione di robot. Dunque, questi strani postini a ruote devono adattarsi al contesto e non creare problemi alla cittadinanza.
A New York si sono registrati problemi di interferenza con il traffico pedonale, soprattutto nelle zone più affollate. I robot sono invadenti e pericolosi: urtano le gambe dei pedoni e rappresentano spesso delle insidie per i cittadini più fragili, come disabili, anziani e bambini.
Non mancano gli episodi di vandalismo e i furti. Sia a New York che a Los Angeles alcuni robot sono stati danneggiati o rubati. E poi ci sono le difficoltà tecniche. Capita spesso che il robot si blocchi davanti a un ostacolo imprevisto. Quasi tutti i robot sono poi intimiditi dalle scale. Amazon Scout, per esempio, va in crisi di fronte ai gradini.
A Los Angeles è già polemica. Molti residenti non vedono questi robot come un vantaggio da sfruttare ma come un fastidio o un pericolo per la sicurezza dei pedoni. C’è poi il problema della regolamentazione, che è ancora in fase di sviluppo. Chi controlla i robot? Chi è responsabile dei danni da loro provocati?
Sempre a Los Angeles l’amministrazione chiede alle startup che sperimentano simili apparecchiature di procurarsi licenze specifiche e di rispettare dei limiti di velocità. A Washington è invece obbligatorio il monitoraggio da remoto.
Altre città hanno già vietato del tutto l’uso dei robot sui marciapiedi. A San Francisco, per esempio, già nel 2017, la città ha approvato una normativa che limita fortemente l’uso dei robot sui marciapiedi, consentendo il loro utilizzo solamente in casi eccezionali e con permessi speciali.
This post was published on 10 Ottobre 2025 6:57
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