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Vi raccontiamo perché le Turtle Beach 200 ATLAS sono un confortevole compromesso, nella nostra recensione

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Abbiamo avuto la possibilità di testare per diversi giorni, le nuovissime cuffie over-ear Turtle Beach 200 ATLAS e siamo pronti a raccontarvi tutto quello che c’è da sapere, per un acquisto consapevole!

Negli scorsi giorni, abbiamo avuto il grande piacere di provare le nuove cuffie over-ear di Turtle Beach. Le 200 ATLAS che abbiamo avuto modo di testare approfonditamente, paiono avere davvero tanto da offrire, trattandosi inoltre di un modello brandizzato PlayStation e studiato in maniera particolare, per offrire la miglior esperienza proprio sulle console di Sony.

Si tratta inoltre di cuffie che vengono proposte a un prezzo, tutto sommato, da considerarsi budget. Al momento in cui scriviamo, sono acquistabili a 59,99 euro. Sia chiaro dunque, che la valutazione di pregi e difetti passerà anche da un prezzo che, nonostante tutto, in questo campo non è certamente proibitivo. Ma al netto di tutto, le Turtle Beach 200 ATLAS sono in grado di offrire un buon compromesso tra qualità e prezzo?

Un convincente minimalismo

Le Turtle Beach 200 ATLAS, a differenza di tante altre alternative sul mercato, si propongono nella maniera più sobria e semplice possibile, a partire dal packaging: nella scatola infatti, troviamo semplicemente le cuffie, avvolte da uno strato di plastica trasparente e incastrate all’interno di uno stampo in cartone. Il cavo jack, realizzato in morbida plastica, è stretto da un elastico e l’unico oggetto in più, è il manuale di istruzioni, comunque molto minimale.

Un convincente minimalismo (player.it)

Premettiamo subito che non ci saranno particolari settaggi da impostare, per iniziare a utilizzare le 200 ATLAS: trattandosi di cuffie pensate per PlayStation infatti, saranno dotate di un pratico quanto anacronistico, jack da 3,5 mm (non rimovibile), che dovrà essere inserito nell’apposito ingresso del Dualsense. Ovviamente, le cuffie sono compatibili con qualunque dispositivo con un’entrata jack da 3,5 mm, ma è proprio su PS5 che riescono a dare il meglio… al costo di smanettare un pochino con le impostazioni. La versione che abbiamo testato, per PS5, è disponibile in due colori: nero e bianco.

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Diciamo che gli aspetti che più ci attiravano e che abbiamo testato più a fondo, erano lo sfruttamento dei nuovi driver Nanoclear da 50 mm e il supporto alla tecnologia Tempest 3D AudioTech di PlayStation 5. Vediamo dunque come si comportano le cuffie, sotto questi aspetti specifici. Per chi vorrà acquistare la versione PC, precisiamo che al netto di un prezzo leggermente superiore, troverà nella scatola anche un dongle USB-C, che fungerà da “pre-amplificatore” per compensare l’eventuale perdita di volume che potrebbe derivare da una scheda madre, non adatta a offrire volumi elevati.

Suono tondo e avvolgente

A livello di pasta sonora, i driver Nanoclear da 50 mm, si rivelano degli alleati incredibili. Spesso, le cuffie d questa fascia di prezzo, lesinano sotto alcuni aspetti audio, come per esempio l’implementazione di un’equalizzazione ponderata, che permetta di avvertire dei cambiamenti netti, passando da un’impostazione che privilegia gli alti a una che vuole bassi più prominenti.

Inoltre, ciò che spesso accade, è di ritrovarsi cuffie che più che cercare il compromesso, puntano a migliorare un determinato aspetto audio rispetto a un altro, spesso privilegiando i bassi, forse perché più facilmente enfatizzabili. Beh, con le 200 ATLAS, tutto ciò non esisterà.

Suono tondo e avvolgente (player.it)

Turtle Beach, famosa per le sue cuffie dalle dinamiche ricche, sceglie una via che va oltre il compromesso, riuscendo a offrire un’esperienza sonora ricca sotto qualunque punto di vista. Abbiamo spinto molto le cuffie, sia con l’impostazione della console PlayStation 5 che punta più sui bassi, sia sugli alti che su un mix bilanciato. I risultati sono stati eccezionali.

Sia chiaro: scegliere un’impostazione sonora su un’altra, non significa che tutto sarà sempre perfettamente bilanciato ma solo che ogni singola impostazione, vi offrirà comunque una qualità audio perfetta e non faticherà dunque ad adattarsi alle esigenze di ognuno. Risulta davvero sorprendente quanto Turtle Beach abbia lavorato bene, per riuscire a coprire un range dinamico estremamente vario.

Provando le cuffie sia in situazioni di “stress” con giochi pieni di suoni dai volumi diversi (esplosioni improvvise, colpi d’armi da fuoco o impatto di armi ravvicinate), che in situazioni più bilanciate (durante cut scene/situazioni di suono pre-impostato), non abbiamo mai avvertito fastidi di sorta: una volta che avrete trovato la regolazione che fa al caso vostro, non avrete nemmeno bisogno di toglierle di tanto in tanto. Le orecchie saranno al sicuro e così anche la vostra percezione.

Tridimensionalità profonda

E parlando di percezione, la profondità del 3D è davvero eccezionale. Grazie alla tecnologia che le rende compatibili con il Tempest 3D AudioTech di PlayStation 5, vi basterà eseguire la configurazione iniziale direttamente tramite console e avrete a disposizione una perfetta mappatura del suono. Si rivela una scelta ottima.

Testato sia in situazioni di multiplayer tattico (Rainbow Six: Siege) che più caotico (Marvel Rivals, Warzone) che in single player dai più concitati ai più tranquilli (Elden Ring, Baldur’s Gate 3, Hellblade: Senua’s Sacrifice): è notevole quanto si riesca ad avere una perfetta lettura degli ambienti circostanti, riuscendo a identificare in maniera chiara e nitida la provenienza di un suono, la sua localizzazione spaziale, l’intensità.

Forse ciò in cui difettano un po’, è la riproduzione dell’audio di ambienti (digitali) ristretti come caverne, grotte, tunnel e quant’altro, peccando in parte sulla riproduzione del rimbombo. Si tratta però di situazioni al limite e mai in maniera fastidiosa o proibitiva.

Comfort e vestibilità: fiore all’occhiello

Comfort e vestibilità: fiore all’occhiello (player.it)

Il pezzo forte delle 200 ATLAS, sta sicuramente nell’accoppiata tra design futuristico e comfort. Per riuscire a ottenere il design ultraleggero (poco meno di 280 grammi di peso), che Turtle Beach definisce “fluttuante”. Il motivo è legato all’archetto che poggia sulla testa, che abbandona materiale come la finta pelle, che spesso fanno sudare o lasciano residui, optando invece per un tessuto retato, leggero e flessibile.

In questo modo, a risentirne positivamente sarà l’adattabilità a ogni tipo e forma di testa: nonostante le cuffie siano regolabili, tramite una fascia dotata di strappi in velcro, che permette di alzare o abbassare l’arco, riteniamo che ciò potrebbe anche non rendersi necessario. La struttura delle 200 ATLAS è stata studiata per offrire una stretta solida (tanto da potersi considerare cuffie “semi-chiuse” per come riescono a isolare i rumori esterni), senza però andare a stringere troppo, generando dolori o fastidi.

Comfort e vestibilità: fiore all’occhiello (player.it)

Ad aiutare l’arco, sono i due cuscinetti posti sui padiglioni: realizzati in una spugna morbida in memory foam, presentano una leggera curva che cerca di seguire in maniera quanto più fedele possibile, la forma dell’orecchio e l’attaccatura tra orecchio e collo. In questo modo, non trattandosi nemmeno di una struttura rigida, si eviterà di avere quella sensazione di “costrizione”, a cui tanti altri modelli portano. Sempre sul padiglione, è apposta l’unica rotella per il controllo del volume.

Il microfono è un flip-to-mute, niente tasti aggiuntivi dunque: se volete iniziare a parlare, vi basterà abbassare l’asticella microfonica mentre per silenziarvi, sollevatela e il gioco è fatto. Piuttosto che il classico filtro anti-pop poi, Turtle Beach ha optato per una spugnetta posta proprio sopra la capsula, come fosse incastrata all’interno dell’incavo in plastica. In questo modo, si evitano quelle situazioni in cui la spugnetta dell’anti-pop si stacca o cade, evitando anche l’ingombro che questa potrebbe dare davanti alla bocca.

Comfort e vestibilità: fiore all’occhiello (player.it)

Forse, a livello estetico e di comodità, il microfono è quello che stona maggiormente: essendo flip-to-mute, questo non può essere rimosso. Farlo “sparire” all’interno della struttura del padiglione auricolare, sarebbe sicuramente stato esteticamente più gradevole, ma considerando anche la fascia di prezzo, non c’è troppo da lamentarsi. Inoltre, l’asta del microfono è in plastica dura e non può essere piegata, se non sul suo perno. Al netto di tutto, la qualità della voce risulta cristallina, sia in chat di Party PS, che su altri servizi (Discord, chiamate tramite smartphone/WhatsApp).

Conclusioni

Le Turtle Beach 200 ATLAS sono un compromesso eccellente, tra un prezzo davvero abbordabile e una qualità audio da fare invidia a modelli “superiori”. Puntano tanto sul comfort e su un design unico sul mercato, riuscendo a rappresentare un’ottima scelta per chi vuole delle cuffie “per tutte le occasioni” o, semplicemente, non ha intenzione di spendere nuovamente centinaia di euro, su dispositivi che non hanno molto più da offrire. Al netto di una regolazione necessaria tramite la propria console, potrete contare su una qualità audio ben bilanciata, comodità anche dopo ore di utilizzo e tutto a un prezzo più che competitivo.

Questo testo include collegamenti di affiliazione: in qualità di Affiliati riceviamo un guadagno sugli acquisti effettuati tramite tali link. Vi invitiamo a verificare i prezzi eventualmente indicati nel testo, in quanto potrebbero subire variazioni dopo la messa online.

This post was published on 6 Ottobre 2025 18:30

Pietro Falzone

Redattore Appassionato di videogiochi sin dal sempre più lontano 2002, quando per festeggiare i 5 anni ricevette una copia di Crash Bandicoot per la prima PlayStation. Il richiamo dell'avventura digitale lo fece innamorare di un mondo fatto di pixel, più o meno definiti. E l'amore non si è mai fermato. Inizia così a tastare tutti gli aspetti del mondo videoludico. Tra le sue più grandi passioni, si piazzano in ordine gli MMORPG (con sempre meno per giocarli, purtroppo), gli sparatutto in prima persona e, doprattutto, giochi di ruolo single player. Così si spiegano le più di mille ore, spalmate sui vari titoli From Software, da Demon's Souls in poi. Dalla fine delle medie, scopre una nuova passione: la scrittura. E come se non bastasse, scopre che nel mondo c'è chi scrive riguardo ai videogiochi, come se fosse un lavoro vero. Cosa fare di due passioni del genere dunque? Inizia così la ricerca disperata del giusto vascello, che riuscisse a convogliare voglia di fare, idee e tempo. Dopo un periodo passato a peregrinare, tra siti e sitarelli, approda su Player.it dove trova una casa in cui convogliare idee e spunti, al fianco di un team solido e costruttivo.

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