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Ennesima patch per Days Gone: l’importanza degli aggiornamenti correttivi

L’ultima esclusiva open word di Sony, Days Gone, ha ricevuto in queste ore l’ennesima patch. I giocatori possono scaricare la versione 1.08 del titolo di Bend Studio, ciò significa che si tratta dell’ottavo aggiornamento correttivo a meno di un mese dall’uscita del gioco.

La patch note riporta svariate correzioni, tra le quali troviamo miglioramenti vari all’audio che sin dal day one ha mostrato il fianco a numerosi bug, ritocchi non di poco conto ad alcune missioni che si era impossibilitati a completare e la soluzione a crash del gioco. Insomma, una revisione che ora dovrebbe migliorare l’esperienza a 360 gradi.

Non pochi sono rimasti sorpresi dalla quantità di update apportati a Days Gone in un lasso di tempo così breve e ricordiamo che già al day one era necessario scaricare un aggiornamento di 20 GB. Un po’ fastidioso, non credete? Senza dubbio, anche se spesso si esagera con la demonizzazione di una caratteristica ormai consueta delle attuali generazioni di console, cioè la possibilità da parte dei team di sviluppo di correggere al volo il proprio lavoro.

Days Gone ha ricevuto la sua ottava patch a meno di un mese dalla sua uscita

Patch: meno male che ci sono

Quando si torna a casa dopo una giornata di lavoro, quando durante il week end si vorrebbe accendere la console per rilassarsi, i tempi di attesa possono risultare frustranti. Sempre più spesso gli aggiornamenti delle applicazioni sono visti come una mancanza di attenzione da parte degli sviluppatori che, noncuranti, rilasciano i giochi con bug da risolvere in seguito.

Ci sta di sbuffare nervosamente dopo essere stati avvertiti della presenza di una patch in download proprio del gioco che vorremmo giocare in quel momento, ma non va dimenticato che gli aggiornamenti svolgono un ruolo fondamentale per garantire la miglior esperienza possibile anche in base ai feedback che i giocatori stessi rilasciano.

Torniamo all’obiezione del paragrafo precedente: i publisher non farebbero prima a mettere sul mercato giochi senza bug? Questa la domanda che si pone chi osteggia le patch. La risposta è ovvia, certo che farebbero prima, ma mica lo fanno apposta. Gli imprevisti sono sempre dietro l’angolo e sviluppare un gioco oggi non è semplice, perché l’evoluzione dell’hardware ha portato l’industria tutta ad avere esigenze molto alte. Fanno da contraltare i tempi sempre più ristretti, ed ecco che il bug che non ti aspetti salta fuori.

Chi scrive questo articolo è anche un recensore che spesso tra i difetti inserisce bug e glitch. Questi abbassano il voto perché il nostro lavoro è questo: giudicare tutti gli elementi di un prodotto. E considerando che i videogiochi arrivano alle redazioni con giorni di anticipo, potete immaginare quanti problemi riscontriamo, niente che però poi non si possa risolvere rilasciando una patch.

Nonostante tutti i fastidi che possano procurare, le patch sono manna dal cielo e sapete qual è la dimostrazione di ciò? Proprio la seconda frase fatta che si sente riecheggiare quando si scarica un aggiornamento: “Prima i giochi non avevano le patch, si stava meglio”. Ma siamo sicuri sicuri?

I giochi Bethesda hanno sempre molti bug, fortunatamente con le patch la situazione migliora.

Senza patch si stava meglio?

I videogiochi delle generazioni precedenti, diciamo fino all’era della PS2, non avevano bug che ci facevano arrabbiare da matti? Forse l’effetto nostalgia ha rimosso alcuni dati dal nostro cervello, ma basta fare un po’ mente locale per accorgersi che venerare il passato che fu non è sempre corretto.

Quante volte abbiamo visto i nostri personaggi preferiti incastrarsi negli oggetti dello scenario? Quante volte abbiamo dovuto riavviare una partita, perdendo i progressi, a causa dello sprofondamento del pg nel terreno? E non ricordate casi eclatanti di giochi impossibili da terminare a causa di livelli buggati? Sforzatevi un po’, anzi, vi diamo una piccola mano con questo articolo scritto dal nostro Claudio Albero.

Seguendo questi ragionamenti, quindi, potremmo addirittura affermare che in passato i team di sviluppo fossero molto meno accorti, visto che i loro bug non potevano essere corretti prontamente se non con soluzioni drastiche. Se all’epoca ci fossero state le patch, non avremmo avuto questi problemi. Certo, qualcuno potrebbe rinfacciare il fatto che le connessioni internet non fossero all’avanguardia, ma proprio per questo dobbiamo ringraziare i tempi in cui viviamo e giochiamo.

Tra l’altro, è possibile scaricare un aggiornamento in background, cioè mentre l’applicazione è in esecuzione. Non dimentichiamo poi che le patch non servono solo a correggere gli errori di programmazione, ma anche ad aggiungere nuove modalità e ulteriori contenuti per ampliare l’offerta ludica.

Abbiamo sempre più fretta, vogliamo tutto e subito e, con tutta probabilità, è anche colpa di noi giornalisti videoludici.

This post was published on 18 Maggio 2019 12:22

Michele Longobardi

Laureato in Lettere moderne, scopro la passione per il giornalismo quasi per caso. I videogiochi sono il mio più grande amore e così decido di coniugare le due cose. Il giornalismo videoludico diventa la mia forma finale. Per me i videogiochi sono una forma d'arte e guai a dirmi il contrario. Appassionato di tutto ciò da cui sgorga sangue: cinema horror (registi preferiti Argento e Romero), letteratura gialla e dell'orrore (autori preferiti Christie, Poe e Lovecraft) e ovviamente i videogiochi del genere (Silent Hill e Resident Evil sopra ogni cosa). Il mio videogioco preferito di sempre è Fahrenheit che ho finito un numero non precisato di volte, da lì scaturisce la mia ammirazione per tutti i lavori di David Cage. La mia "carriera" videoludica è segnata da un marchio da cui non sono mai riuscito a staccarmi: PlayStation! In circa 20 anni di gaming, ho completato più di 800 titoli.

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