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Hideo Kojima si sbottona: senza un particolare evento della sua vita Metal Gear Solid e Death Stranding non sarebbero mai esistiti

Hideo Kojima racconta quanto sia stato importante, nella sua vita personale e professionale, l’Expo del 1970 tenuto a Osaka.

Ognuno di noi, andando indietro con la memoria, avrà un momento scolpito, cristallizzato nel tempo e nello spazio, che rappresenta un passaggio fondamentale della propria vita. Se dovessimo calarci nei panni di un giapponese adulto, diciamo tra i 50 e i 60 anni, è molto probabile che quel momento sia il World Expo di Osaka, del 1970.

Hideo Kojima si sbottona: senza un particolare evento della sua vita Metal Gear Solid e Death Stranding non sarebbero mai esistiti (player.it)

Tante sono le opere che hanno raccontato l’Expo, basti pensare ai manga di Urasawa o Mizuki. E se per il Giappone tutto, quell’evento ha avuto un’importanza profonda, rappresentando un punto di svolta nel processo di globalizzazione di una Nazione storicamente isolazionista, stringendo il campo sono tanti coloro che, personalmente, hanno trovato nell’Expo del 1970 un momento di crescita, maturazione, comprensione del mondo e delle diversità che lo popolano. E come racconta lui stesso, tra questi, c’è Hideo Kojima.

Con l’Expo, Kojima è risorto

In un articolo pubblicato sulla rivista giapponese An-An, Hideo Kojima ha parlato ad ampio respiro dell’Expo di Osaka del 1970 e di come questo abbia influenzato la sua persona e il suo lavoro, arrivando persino a rappresentare una fortissima ispirazione per le due saghe che l’hanno consacrato: Metal Gear e Death Strading. Un primo focus dell’articolo, è sulla canzone di quell’Expo: ‘Sekai no kuni kara konnichiwa’ (Hello from all over the world) di Haruo Minami e di come quest rappresentasse una forte apertura ai 76 Paesi esteri ospitati, dato che al suo interno veniva ripetuta ben 35 volte la parola “hello”.

Si lascia poi andare a un flusso di ricordi, raccontando delle sue diverse giornate trascorse all’Expo, che aveva avuto inizio poco dopo la fine della scuola elementare. Racconta della visita al padiglione sovietico che gli costò ben due ore di fila, del padiglione americano che gli costò invece la desistenza, per l’eccessiva fila. Anni dopo si pentirà di quella scelta, dato che in quel padiglione esponevano un frammento di roccia lunare, proveniente dalla missione Apollo 12.

Con l’Expo, Kojima è risorto (player.it)

Venendo però agli aspetti che interessano ai fan del Kojima sviluppatore, lui racconta:

“Ho vissuto ‘l’armonia tra il futuro e il mondo’ da vicino all’Expo. Tecnologia, scienza, design, moda, storia, il mondo, cultura, società […] la diversità dei Paesi, etnie, razze, religioni, costumi e storie da tutto il mondo… Senza quell’Expo, il mio approccio orientato al futuro e al globalismo non si sarebbe mai sviluppato. Né ‘Metal Gear’ né ‘Death Stranding’ sarebbe stati creati“.

Se si è fan di Kojima, non sarà così difficile pensare a quanto queste affermazioni possano essere vere, dato che in tutti i suoi giochi si respirano futuro e globalismo da ogni punto di vista: politico, sociale ed etnico, grazie anche alla presenza di attori e personaggi di ogni etnia e provenienza.

Kojima e il suo coinvolgimento nell’Expo del 2025… andato male

Kojima racconta inoltre di aver incontrato dei membri dell’organizzazione dell’Expo di Osaka del 2025 e di aver proposto diverse idee, che permettessero al pubblico odierno di percepire lo stesso senso di meraviglia che il Kojima bambino, o qualunque altro bambino all’epoca, avrebbe percepito nel 1970. Davanti alle varie idee dello sviluppatore (di cui non sappiamo molto, se non che riguardassero tra le altre cose, dei metodi innovativi e “futurstici” per spostarsi all’interno della fiera), gli organizzatori avrebbero semplicemente risposto che “non ci sono i soldi” per metterle in atto.

Kojima e il suo coinvolgimento nell’Expo del 2025… andato male (player.it)

Kojima non l’ha certamente presa bene e, nell’articolo, non manca di etichettarli come “giovani burocrati”, celando in questa definizione una punta di astio. Parlando dell’Expo del 2025, a cui lui avrebbe solo presenziato come visitatore, dice:

“Non c’era quel ‘futuro’ […] Il ‘futuro’ che ho sognato a quell’Expo (quello del 1970 ndr) l’ho già vissuto, in gran parte. Robot, videocellulari e tappeti mobili sono diventati di uso comune. Il domani che questo Expo propone, è quello a cui i bambini assisteranno”.

Un po’ boomer? Nostalgico magari? Beh, ciò che è certo è che quell’Expo del 1970 non ha soltanto cambiato la vita di Kojima, ma in un qualche modo, ha funto da punto di partenza per la rivoluzione del mondo de videogiochi, tramite uno dei suoi più importanti esponenti.

This post was published on 12 Ottobre 2025 23:00

Pietro Falzone

Redattore Appassionato di videogiochi sin dal sempre più lontano 2002, quando per festeggiare i 5 anni ricevette una copia di Crash Bandicoot per la prima PlayStation. Il richiamo dell'avventura digitale lo fece innamorare di un mondo fatto di pixel, più o meno definiti. E l'amore non si è mai fermato. Inizia così a tastare tutti gli aspetti del mondo videoludico. Tra le sue più grandi passioni, si piazzano in ordine gli MMORPG (con sempre meno per giocarli, purtroppo), gli sparatutto in prima persona e, doprattutto, giochi di ruolo single player. Così si spiegano le più di mille ore, spalmate sui vari titoli From Software, da Demon's Souls in poi. Dalla fine delle medie, scopre una nuova passione: la scrittura. E come se non bastasse, scopre che nel mondo c'è chi scrive riguardo ai videogiochi, come se fosse un lavoro vero. Cosa fare di due passioni del genere dunque? Inizia così la ricerca disperata del giusto vascello, che riuscisse a convogliare voglia di fare, idee e tempo. Dopo un periodo passato a peregrinare, tra siti e sitarelli, approda su Player.it dove trova una casa in cui convogliare idee e spunti, al fianco di un team solido e costruttivo.

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