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Lutto nel mondo dei videogiochi: ci lascia il creatore di Worms

Mondo dei videogiochi in lutto: a pochi giorni dalla fine del 2024, ci lascia Martyn Brown, co-fondatore della software Team17 e pioniere dello sviluppo videoludico.

Molto spesso, quando si prende in mano un pad o ci siede davanti allo schermo di un PC, lo si fa senza pensare troppo, senza realmente rendersi conto del fatto che, se oggi tutto il mondo può avere la libertà di godere di videogiochi di un certo tipo, fatti in un certo modo, il merito va ricercato in decenni di sviluppo portato avanti da quelli che, in tempi non sospetti, non potevano che essere considerati più che semplici appassionati di elettronica.

Worms e tanto altro

Se si pensa a cos’era il gaming 30-35 anni fa, ci si renderà conto che è solo grazie alla visione e alla dedizione di molti uomini e donne, se oggi possiamo permetterci il lusso di lamentarci, gioire o semplicemente spegnere il cervello videogiocando. Martyn Brown era proprio questo genere di figura, un uomo che ha dedicato la sua vita al videogioco, esplorandone le possibilità su più livelli e che qualche giorno fa, ci ha lasciati.

Addio, Martyn

Martyn Brown, co-fondatore dello studio indie Team17, noto per aver dato vita al celebre e longevo franchise di Worms, si è spento solo pochi giorni fa. Aveva 57 anni e al momento, non sono state rese note le cause del decesso. Sono tanti i colleghi con cui Martyn ha collaborato, durante la sua lunga carriera nel mondo dei videogiochi, che hanno voluto ricordarne le gesta e l’importanza che la sua passione e la sua dedizione hanno avuto, per il gaming come lo conosciamo oggi.

Prima di arrivare a Worms e ad Alien Breed, Brown inizia a lavorare allo sviluppo di titoli che potevano risultare a tutti gli effetti come degli esperimenti, per una delle console più celebri di quel periodo: Commodore Amiga. All’alba del PC gaming, Brown mise mano a titoli come Body Blows, Superfrog e Project X, lavorando al fianco di illustri colleghi come Debbie Bestwick, Allister Brimble, Rico Holmes, Michael Robinson, Andreas Tadic e Peter Tuleby.

A lavorare nel mondo dei videogiochi, Brown ci arrivò dopo una discussione con altri colleghi quali Rico Holmes, Andreas Tadic e Allister Brimble, con cui condivideva la frustrazione nel vedere quanto poveri e mal fatti fossero tantissimi dei titoli per Amiga, in voga all’epoca. Negli anni ’80 dunque, Brown inizia a elaborare qualche demo, fino alla pubblicazione dei primi giochi veri e propri.

Solo un mese fa, ai Game Republic Awards, a Martyn Brown veniva conferito il titolo di Games Legend, un’onorificenza meritata visti i 35 anni di lavoro e di contributo nell’industria del gaming, per lo sviluppo del videogioco moderno. Nonostante l’importanza riconosciuta, il suo trascorso nell’industria non è stato sempre dei più felici: nel 2010, dopo il cambio di proprietà, Brown lascia Team17 e inizia a peregrinare tra altre realtà indie, occupandosi di fattori collaterali come la gestione delle risorse. Anche lui, come tanti, era stato colpito dall’onta dei licenziamenti che, tra il 2023 e il 2024 hanno decimato i lavoratori dell’industria videoludica e del disagio di molti si era anche fatto portavoce, tramite un sentito post su LinkedIn:

“L’industria videoludica in generale sta attraversando tempi molto duri e non c’è il livello di positività e, soprattutto, di finanziamenti che c’era una volta”

Un’ultima nota malinconica, suonata da un compositore sapiente che con l’industria del videogioco ha saputo giocare. Addio Martyn Brown.

This post was published on 31 Dicembre 2024 23:00

Pietro Falzone

Redattore Appassionato di videogiochi sin dal sempre più lontano 2002, quando per festeggiare i 5 anni ricevette una copia di Crash Bandicoot per la prima PlayStation. Il richiamo dell'avventura digitale lo fece innamorare di un mondo fatto di pixel, più o meno definiti. E l'amore non si è mai fermato. Inizia così a tastare tutti gli aspetti del mondo videoludico. Tra le sue più grandi passioni, si piazzano in ordine gli MMORPG (con sempre meno per giocarli, purtroppo), gli sparatutto in prima persona e, doprattutto, giochi di ruolo single player. Così si spiegano le più di mille ore, spalmate sui vari titoli From Software, da Demon's Souls in poi. Dalla fine delle medie, scopre una nuova passione: la scrittura. E come se non bastasse, scopre che nel mondo c'è chi scrive riguardo ai videogiochi, come se fosse un lavoro vero. Cosa fare di due passioni del genere dunque? Inizia così la ricerca disperata del giusto vascello, che riuscisse a convogliare voglia di fare, idee e tempo. Dopo un periodo passato a peregrinare, tra siti e sitarelli, approda su Player.it dove trova una casa in cui convogliare idee e spunti, al fianco di un team solido e costruttivo.

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