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The Callisto Protocol, il boss abbandona la nave che affonda

Azzoppato da vendite molto al di sotto delle aspettative, L’horror spaziale di Striking Distance Studios è stato un flop, cui si unisce ora l’abbandono del suo fondatore.

Glen Schofield, co-creatore di Dead Space a creatore di The Callisto Protocol.

Nel giugno 2019 fu annunciato che Glen Schofield, uno dei creatori di Dead Space, era divenuto capo del nuovissimo Striking Distance Studio, subordinato della holding coreana Krafton, con il preciso intento di realizzarne un successore spirituale in grado di catturare nuovamente quella dimensione fantahorror che decretò il successo della serie pubblicata da EA. Ora, quattro anni dopo quell’annuncio che sembrava presagire l’arrivo di un nuovo capolavoro del genere, lo stesso Glen Schofield abbandona lo studio che ha contribuito creare per cercare nuove opportunità. Che cosa è successo?

Odissea nello spazio

Pubblicato a dicembre 2022, su PC, PS5 4 PS4, Xbox Series X|S e One, The Callisto Protocol è un fantahorror survival a giocatore singolo, la cui struttura di gioco nelle prime fasi sembra rispettosa di tutti quegli elementi che hanno decretato il successo del classico Dead Space, cui si ispira fortemente. Nel narrare le spaventose vicende di Jacob, un corriere spaziale che si ritrova suo malgrado a cercare di fuggire dalla prigione di Black Iron, sconvolta da un’infezione dilagante che sta trasformando i detenuti in orribili mutanti assetati di sangue, Striking Distance si è giocata le carte delle atmosfere claustrofobiche e dell’ansia crescente tipiche del genere, ricorrendo anche ad espedienti propri di Dead Space come l’interfaccia di gioco integrata nell’ambiente, ed un gameplay di scontri ravvicinati contro orde di mostri famelici.

Tutto perfetto, quindi? Non esattamente.

Il gioco soffre di diversi problemi sia a livello di sceneggiatura, non particolarmente elaborata ed ancorata a tipici stereotipi del genere, sia a livello di combat system, talmente improntato sul contatto ravvicinato ed il corpo a corpo da risolversi spesso in scazzottate con i mutanti, non esattamente l’esperienza che si spera di avere in un survival horror. Sul fronte esplorativo inoltre il gioco soffre di eccessiva linearità, con occasionali ma mai troppo stimolanti deviazioni verso qualche attività secondaria, senza contare la quasi totale assenza di enigmi, componente fondamentale del genere.

Insomma, all’epoca dell’uscita il gioco non ha saputo centrare le aspettative createsi nel pubblico che, anche a fronte di recensioni non troppo entusiastiche, ha decretato il fallimento commerciale del gioco, nonostante gli sforzi profusi da Striking Distance per supportarlo con il rilascio del DLC Final Transmission, pubblicato lo scorso giugno.

Abbandonare la nave

Ad agosto Krafton annunciò una riduzione di personale nello studio, con il taglio di 32 dipendenti: si trattava della prima avvisaglia riguardo l’insuccesso complessivo di The Callisto Protocol. Lo sviluppo del gioco è durato 3 anni ed è costato la cifra spropositata di 132 milioni di sterline (oltre 150 milioni di euro), di conseguenza la holding coreana aveva alte aspettative di vendita: si è scoperto a inizio anno che il target di vendite era di 5 milioni di copie. Obiettivo che, si è capito presto, non sarebbe mai stato raggiunto, dato che sempre a inizio anno il gioco aveva piazzato circa due milioni di pezzi, meno della metà dell’obiettivo prefissato.

Un fallimento totale insomma, dal punto di vista economico, che non ha lasciato altra scelta a Krafton se non quella di tagliare parte del personale. Ai semplici dipendenti ora si aggiunge la notizia dell’abbandono da parte dello stesso Glen Schofield, mente creativa dell’intero progetto che, come riportato da Bloomberg, è alla ricerca di “nuove opportunità” (il suo ruolo verrà ricoperto dall’attuale chief development officer Steve Papoutsis). Viene da chiedersi chi sarà interessato a dargliene una, dopo il fiasco di questa…

This post was published on 21 Settembre 2023 17:30

Alessandro Giovannini

E-mail: alessandro.giovannini.1990@proton.me Cinema e videogiochi: le mie due più grandi passioni. Da bambino mi alzavo presto la mattina per giocare con il Sega Mega Drive II prima di andare a scuola; passavo i pomeriggi a guardare Terminator 2 fino a consumare il nastro della VHS; impiegavo le serate a cimentarmi nelle avventure grafiche di Lucas Arts su un glorioso PC con Windows 95 in compagnia di mio fratello. Poi è venuta la laurea in cinema, nonché le esperienze di redattore presso siti di informazione cinematografica e gaming. Su Player mi sono specializzato in analisi di mercato e monografie su developers e franchise storici della gaming industry. Ho anche lanciato la newsletter Gamer's Digest che offre una rassegna settimanale della principali novità dell'industria del gaming. Primo videogioco: The Adventures of Captain Comic (DOS) Videogioco console casalinga preferito: Final Fantasy VII (PSX) Videogioco console mobile preferito: Advance Wars (GBA) Piattaforme di gioco possedute: Super Famicom, Game Boy Color, Mega Drive II, PSX, PS2, PS3, PS4, Xbox One S, PC.

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