In Italia non esiste ancora un salario minimo legale. Il Governo ha scelto di puntare su altre strategie, ma tutto sta per cambiare.
Da noi, la politica sostiene che, per aiutare i lavoratori, convenga di più lavorare sulla contrattazione collettiva. E questo nonostante il fatto che l’Europa, già tre anni fa, abbia approvato una direttiva che invita tutti gli Stati membri a garantire retribuzioni minime adeguate.
Il salario minimo, in un Paese come il nostro, potrebbe essere molto utile. Per prima cosa aiuterebbe a combattere le disuguaglianze e contrasterebbe la piaga del lavoro sottopagato. Dopodiché aiuterebbe a garantire un nuovo standard, cui dovrebbe adeguarsi tutta l’economia.
Ma il Governo Meloni continua a osteggiare la possibile riforma. Anche se il salario minimo è ormai una realtà in gran parte d’Europa, da noi si continua a spiegare che una soglia legale sarebbe inutile o addirittura dannosa: la stessa premier ha ribadito che il salario minimo potrebbe portare a un abbassamento della retribuzione per molti lavoratori.
L’idea è quindi che i datori di lavoro, anziché riconoscere salari più alti previsti dai contratti collettivi, si limiterebbero a garantire la soglia minima, riducendo così la tutela di chi oggi guadagna di più.
In realtà, un salario minimo legale servirebbe soprattutto a proteggere chi lavora in settori scoperti o con contratti opachi. Ovvero laddove i minimi salariali non vengono rispettati. Inoltre, nei Paesi dove è stato introdotto, come la Francia, la Germania e la Spagna, non si è mai verificato un abbassamento generalizzato dei salari. Al contrario, la riforma ha ridotto il lavoro povero e ha dato una soglia di dignità.
Intanto, la Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha confermato la validità della direttiva sul salario minimo, respingendo in gran parte il ricorso della Danimarca. La decisione è stata accolta con favore dalla Commissione Europea e dalle forze politiche di sinistra. E in Italia ha stimolato le opposizioni a rilanciare la richiesta di introdurre finalmente una legge sul salario minimo.
Ursula von der Leyen ha definito la sentenza una pietra miliare per i diritti dei lavoratori. I Socialisti e Democratici europei hanno invece parlato di una vittoria per l’Europa sociale. Siamo quindi giunti a un passaggio cruciale…
L’Italia, che non ha ancora recepito la direttiva UE del 2022, si adeguerà o continuerà a far finta di nulla? Bisognerebbe cominciare a parlarne seriamente. Focalizzandosi su temi concreti. Per esempio sulla questione sul come fissare la soglia. Da un lato la destra italiana ha ragione: se troppo bassa, la soglia diventa inutile o dannosa. Ma se il minimo apparirà adeguato e accompagnato da opportuni controlli, di certo potrà contribuire a ridurre la povertà lavorativa. Che nel nostro Paese è diffusissima.
This post was published on 15 Novembre 2025 19:52
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