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Eisenhorn: la serie TV potrà essere un buon prodotto?

Quando si parla di personaggi di Warhammer 40.000, il nome Gregor Eisenhorn è tra i primi ad emergere. Stiamo parlando di un personaggio estremamente elaborato, i cui romanzi ci mostrano la vita all’interno dell’Imperium di Warhammer 40.000, che sia privata, lavorativa, politica o militare. Con Eisenhorn percorriamo un’intera vita di investigazioni, sofferenza, amore, misteri e tanto altro, infatti la sua trilogia non è casualmente considerata tra i prodotti migliori o persino il prodotto migliore che Black Library abbia mai distribuito e la migliore saga di romanzi che Dan Abnett abbia scritto. Questa fama ci porta all’annuncio di luglio riguardante la produzione di una nuova serie TV intitolata Eisenhorn, realizzata in collaborazione con Big Light Productions. Vediamo un po’ quali sono state le parole di alcune persone coinvolte nel progetto.

Frank Spotnitz, showrunner della serie e CEO della Big Light Productions, dice: “Siamo felici di collaborare con Games Workshop nello sviluppo dell’amato mondo visionario di Warhammer 40.000 sotto forma di serie TV. Warhammer 40.000 è legato a un’ambientazione ricca e complessa, con una miriade di tradizioni e storie che si sono accumulate nel corso del tempo ottenendo questo mondo complesso ed elettrizzante, rendendola una delle caratteristiche più emozionanti da adattare per un pubblico televisivo e per la fedele fanbase globale del franchise. Non c’è nulla di simile in televisione e siamo incredibilmente emozionati di poter attingere alla nostra esperienza nel creare mondi fantastici, elaborati e avvincenti per portare sullo schermo questa incredibile saga.”

Andy Smillie, Leader Marketing & Media di Games Workshop (e anche un eccellente scrittore), dice: “Siamo elettrizzati dal poter lavorare con Frank e il suo team a Big Light. Warhammer 40.000 ha una gigantesca fanbase globale – sono una community appassionata di hobbisti di Warhammer che amano entrare in contatto con i nostri personaggi, storie e giochi. Sono veramente felice di poter sviluppare uno show che ricompensi la loro fedeltà. L’Inquisitore Eisenhorn rappresenta uno dei personaggi più amati dei nostri mondi e siamo emozionati nel condividere le sue gesta e le sue avventure con un pubblico vecchio e nuovo. Frank e il suo eccezionale team di Big Light hanno realizzato cose grandiose con altre proprietà intellettuali, portando mondi molto elaborati sullo schermo, e adesso non vediamo l’ora di poter osservare cosa produrrà questa partnership per la tetra oscurità di Warhammer 40.000.”

L’autore Dan Abnett dice: “Gregor Eisenhorn è una forza inarrestabile nel futuro oscuro dell’universo di Warhammer: un distruttore di demoni e un purificatore di eretici, implacabile, potente e dedito. Ma l’attrazione nei suoi confronti, dal momento in cui ho iniziato a scriverlo, era nella sua complessità. Non è un semplice eroe spietato come sembra. La sua battaglia con il Warp lo conduce in luoghi oscuri e lo costringono a mettere in dubbio il proprio dovere, la propria comprensione dell’Imperium e la propria identità. Con Eisenhorn, non sono solo avventure, le quali sono molto vivide: è il viaggio che intraprende fino ai limiti di ciò che è e di cosa vuol dire essere fedeli.”

Gregor Eisenhorn insieme al compagno Godwin Fischig

Insomma, tante belle parole, ma non ho parlato subito di questa notizia perché non volevo semplicemente riportarla, prendendomi il tempo di ragionarci su fino a fornirvi la mia argomentazione. Per quanto la fanbase globale di Warhammer 40.000 sia grande, non è la massa che si intende quando si parla di una serie TV. Portare al pubblico “profano” questo universo può essere difficile per vari motivi. Viviamo in un periodo storico in cui Games Workshop è stata bersaglio della PETA perché propone personaggi e miniature che indossano pellicce, in cui una persona che si tatua l’aquila bicefala dell’Imperium viene scambiata per neonazista e in cui i nuovi modelli delle Sorelle Guerriere sono esplicitamente più pudici perché le persone offese sono sempre dietro l’angolo (certo, sempre meglio pudiche che i prodotti di Raging Heroes). Warhammer 40.000 ha sicuramente delle caratteristiche che, nonostante non sembri così vedendolo dall’esterno, lo rendono esente da numerose critiche. Nell’Imperium non è concepita alcuna forma di omofobia o di razzismo nei confronti di persone di un’etnia diversa, tant’è che esistono vari personaggi non eterosessuali e il concetto di etnia è molto labile. Ciò che però può risultare immediatamente bersaglio di critiche è, invece, il concetto di Abumano. Nel 2017 abbiamo visto come Bright, film urban fantasy prodotto da Netflix, sia stato bersaglio di grosse critiche dovute al fatto che gli orchi, discriminati e ghettizzati, fossero ritenuti offensivi perché paragonati al fenomeno di ghettizzazione e discriminazione degli afroamericani negli Stati Uniti d’America. Nel caso di Warhammer 40.000, invece, abbiamo esseri umani che, adattandosi ai pianeti su cui i loro antenati si stabilirono migliaia di anni prima, hanno formato nuovi rami evolutivi della specie umana. Ogryn (Homo sapiens gigantus), ratling (Homo sapiens minimus), longshanks (Homo sapiens elongatus) e felinidi (Homo sapiens hirsutus) sono solo alcuni esempi di Abumani, i quali, e qui arriviamo al rischio, sono spesso considerati inferiori. Si spera che il pubblico possa concentrarsi maggiormente sul fatto che spesso gli Abumani siano una sorta di versione fantascientifica di famose razze appartenenti al genere fantasy, ma la persona che ha scoperto la fantascienza ieri pomeriggio e che deve dire la sua è sempre lì ad aspettarci. Ci osserva dall’ombra ed è pronta a sentirsi offesa.

Gregor Eisenhorn nella copertina di The Magos

Detto questo, si spera che interi elementi dell’ambientazione non vengano tagliati o forzatamente modificati per sentirsi al sicuro da eventuali critiche legate alla discriminazione o alla cattiva rappresentazione. Stiamo comunque parlando di una collaborazione con Big Light Productions, il cui CEO Frank Spotnitz ha portato sui nostri schermi The Man in the High Castle, serie TV che adatta sui piccoli schermi il romanzo di Philip K. Dick che da noi Italiani è meglio noto come La svastica sul Sole, una storia in cui l’Asse ha vinto la Seconda Guerra Mondiale e i Nazisti governano gran parte dell’America del Nord.

Tuttavia, i dubbi non finiscono qui. Ponendo anche il fatto che la serie TV Eisenhorn mostrerà l’ambientazione di Warhammer 40.000 senza censure, riuscirà realmente a portarci l’emozione delle storie di Eisenhorn? Purtroppo le IP di Games Workshop, quando si parla di prodotti su licenza, non godono di un gran numero di trasposizioni ben realizzate. A livello videoludico abbiamo avuto prodotti buoni come Space Marine, i primi due titoli della serie strategica Dawn of War, i franchise di Vermintide e Total War: Warhammer, Warhammer Quest, Blood Bowl, Warhammer Online, Dark Omen e altri ancora, ma abbiamo anche visto fallimenti come Space Hulk del 2013, Dawn of War III o Eternal Crusade, giochi interessanti dal potenziale sprecato come Space Hulk: Deathwing o Inquisitor Martyr e giochi che non hanno neanche provato a mascherare il loro essere letteralmente una copia sputata di un altro gioco per cui è stata realizzata una “mod skin” di Warhammer e in cui si sballa ogni sorta di senso logico nella potenza di un personaggio rispetto a ciò che deve affrontare. Sto parlando di te, Chaosbane. Inoltre, solo nel 2016 è uscito Eisenhorn: Xenos, un gioco per PC e iOS ambientato prima del romanzo Xenos e accompagnato da un fumetto prequel. Insomma, entrambi i prodotti sono penosi.

Allo stesso tempo, possiamo comunque essere fiduciosi. Le premesse sono interessanti e potrebbe anche rivelarsi una bomba, ma bisogna restare calmi e non crearsi aspettative gigantesche. In cuor mio, spero vada tutto bene, poiché ho sempre creduto che Eisenhorn fosse la miglior storia con cui iniziare a mostrare Warhammer 40.000 sul piccolo schermo al grande pubblico.

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