Lightning Returns: Final Fantasy XIII – Video Recensione

Articolo a cura di Claudio Consoli
Per chi avesse perso il conto, è bene iniziare ricapitolando i passi che hanno portato a questo Lightning Returns: Final Fantasy XIII. Di fatto, ci troviamo davanti al terzo episodio di Final Fantasy XIII, successore di XIII-2, a sua volta seguito del tredicesimo capitolo ufficiale della saga. Pensando all’intera serie di Final Fantasy qualsiasi giocatore abbia messo mano ad uno o più dei suoi capitoli, saprà certamente identificare il proprio preferito.

Per alcuni il sesto resta il migliore, per altri l’emozionalità del settimo è ancora oggi irrangiungibile, e via così fino ad un punto morto, ovvero quel decimo capitolo, oltre il quale a ben pochi i nuovi capitoli sembra sia andati a genio. In quest’ottica, Final Fantasy XIII arrivò nelle mani di un pubblico già abbastanza stanco della deriva della saga, rischiando nel presentarsi con un gameplay rivoluzionato e distante da quello di ogni altro predecessore. Al suo rilascio le vendite andarono in ogni caso a gonfie vele, e anche la critica finì per premiarlo, in fin dei conti, con buoni voti. Nonostante questo, il tredicesimo capitolo si contraddistinse come uno tra i più criticati di sempre, e nemmeno il successore, Final Fantasy XIII-2, se la passò meglio sotto questo aspetto. Riuscirà Lighting Returns a mettere d’accordo l’utenza, e a mettere una pietra sopra ad un passato di alti e bassi?

Il mondo sull’orlo della distruzione totale. Siamo l’unica speranza dell’umanità. Déjà vu.
Sulla trama dell’ultimo prodotto di Square-Enix vogliamo, e possiamo, dire ben poco. In primis perché effettivamente vi rovineremmo uno degli elementi di principale interesse di un RPG come Final Fantasy, in secondo luogo, perché effettivamente e sin da subito, questa appare piuttosto banale e confusionaria. Sin dai primi istanti scopriamo che il mondo intero è assalito dal Caos che minaccia la devastazione dell’intero globo. Lighting è appena stata risvegliata dalla sua stasi secolare dal Dio Bhunivelze, un’entità che le chiede di salvare l’umanità, in cambio di una promessa: una “merce di scambio” che non vogliamo svelarvi ma che i fan possono ben immaginare, per la quale Lightning è disposta ad affrontare la sfida più ardua che le si sia mai presentata. In realtà, il Caos appare implacabile anche agli occhi dello stesso Bhunivelze, che di fatto decide di creare un nuovo pianeta abitabile, sul quale trasferire quanti più umani possibile, prima che l’orologio batta l’ultimo secondo del tredicesimo giorno, quello della prevista distruzione totale della terra. Presi i controlli della protagonista, scopriamo però che in realtà i giorni alla distruzione della terra sono solo sette, e che quelli restanti al conteggio possano essere recuperati da Lightning salvando quante più persone possibile e risolvendo missioni secondarie. Sebbene lo scorrere del tempo sia ben definito, con una durata di circa due ore reali per ogni giorno nel gioco, fortunatamente durante l’interazione nei menù il timer si ferma, consentendo di fare le proprie scelte con la calma necessaria, scongiurando quindi un gameplay ad alto tasso adrenalinico. Di contro, essere sconfitti in combattimento significa essere penalizzati con un’ora di tempo in meno, pertanto ogni singola battaglia si rivela determinante nell’arco dell’avventura, soprattutto nell’ottica del giocatore completista.
Combat System di stampo action in tempo reale, a turni, con la possibilità di fermare il tempo. E si possono cambiare i vestiti al volo.
Imparare ad ammaestrare il sistema di controllo in fase di combattimento sin da subito, si rivela fondamentale per evitare una fine prematura della terra. In Lightning Returns ci troviamo per le mani un sistema di combattimento molto particolare, composto da una base di combattimento in tempo reale, ed elementi limitativi che impongono una gestione strategica della mossa successiva da compiere. L’attacco base, cosi come la magia di turno, o il mettersi in parata, sono tutte azioni che consumano un’apposita barra, che giunta a zero consente al giocatore di spostarsi sul campo di combattimento, impedendogli però di compiere alcun tipo di manovra d’attacco o difesa. A favore del giocatore è presente una funzione di cambio del vestiario nel bel mezzo della sfida, che consente di passare in maniera istantanea ad un differente costume per la protagonista, al quale si associano relative armi ed abilità. Cambiare outfit al volo durante lo scontro, consente di sfruttarne la relativa barra azione dedicata, di conseguenza muoversi sapientemente tra i vari stili risulta fondamentale, persino fin troppo al punto dal diventare un’operazione estremamente ripetitiva, per giungere vittoriosi al termine di una battaglia. Guadagnare nuovi vestiti, armi e magie, o attacchi per creare nuovi “Assetti” è possibile, ma ai due disponibili sin dall’inizio, se ne può aggiungere solo un terzo da portare in battaglia, lasciando gli altri a disposizione nell’inventario. 
In aggiunta a queste peculiarità, il giocatore può attivare l’abilità Discronia, utile a rallentare il tempo, in modo da scatenare qualsiasi attacco indisturbati verso il proprio bersaglio nei pochi secondi a disposizione. Ultima, ma non per importanza, la possibilità da parte di Lighting di mandare “in crisi”, o più semplicemente di stordire, i propri nemici. Per far questo il giocatore deve colpire i differenti sfidanti dell’eroina con attacchi e magie differenti, fino a trovare quella che rappresenta la più efficace per abbattere temporaneamente l’oppositore. Una volta trovata tale arte, questa viene registrata in un’apposita scheda che è possibile aprire durante la battaglia in qualsiasi momento, sulla quale vengono registrati i punti deboli dei singoli nemici, cosi come le loro peculiarità e note del caso.
Tecnicamente il tempo s’è fermato
Sul versante tecnico, Lightning Returns: Final Fantasy XIII mostra incredibili alti e bassi. Il comparto meramente visivo potrebbe persino essere distintamente valutato in tre specifiche aree: filmati in computer grafica, combattimenti, ed esplorazione. L’ordine con cui abbiamo citato queste ipotetiche aree, peraltro, non è casuale. Si parte infatti da una computer grafica d’altissimo livello, una costante per il marchio Final Fantasy sin dai primissimi capitoli, che si mostra nel massimo splendore in quest’ultimo esponente. La protagonista, così come suoi compagni (buona parte dei quali fanno ritorno dai due capitoli precedenti) e nemici di vario genere, vengono quasi glorificati dall’ottima resa visiva sia dei corpi che degli scenari, con buona cura dei dettagli dei vestiti e dell’effettistica in generale. Passando alle fasi di combattimento, qualcosa purtroppo si perde. Protagonista e creature di grosse dimensioni restano ben caratterizzate, cosi come sono apprezzabili gli effetti di alcune mosse speciali come la Discronia, che contribuiscono alla drammaticità della sfida, ma gli scenari attorno risultano estremamente piatti, ed i nemici secondari o di scarso valore risultano piuttosto squadrati, poco caratterizzati e definiti in maniera fin troppo approssimativa. Non è finita qui, perché passando all’esplorazione vera e propria, la delusione si fa ancor più grande. Muoversi per gli scenari di gioco mostra costantemente una visibile mancanza di dettagli, ed un’approssimazione generale evidente. Si passa da personaggi non giocanti con modelli poligonali ridotti all’osso, in netto contrasto con la protagonista, ben definita ed animata, a scenari estremamente piatti, lineari, composti da forme geometriche semplici, abbellite, per così dire, da textures in bassa risoluzione. Quantomeno, però, si dimostra buona la quantità delle location e le differenti ambientazioni che abbiamo generalmente apprezzato.
Sul versante audio segnaliamo un buon doppiaggio in inglese, non sempre di tutti i personaggi secondari, ma quantomeno apprezzabile per protagonista e comprimari, soprattutto quella della voce guida di Lightning, voci che è possibile comprendere grazie ai sottotitoli in italiano costantemente presenti a schermo. Meno ispirata del solito la colonna sonora. Sinfonie memorabili tipiche della saga di Final Fantasy non mancano, ma si alternano a motivetti senza particolare lode, insistentemente presenti in molte fasi del gameplay. Un’ultima nota va alla longevità, che per forza di cose dipende direttamente dalla particolare gestione del tempo scelta dagli sviluppatori. Considerando che una giornata virtuale di gioco equivale a due ore reali, i 13 giorni massimi di resistenza della terra prima della sua distruzione pongono un limite naturale di 26 ore di gameplay vero e proprio. A questo numero si aggiungono i minuti dedicati ai video, alla gestione dell’inventario, o al tempo dedicato al dialogo con gli NPC, elementi che non sottraggono preziosi secondi alla clessidra. 
Commento finale
Approcciando Lighting Returns, ci siamo chiesti se dopo i risultati non del tutto soddisfacenti di Final Fantasy XIII e XIII-2, questo nuovo episodio sarebbe stato in grado di riportare ai fasti la saga. Giocando l’avventura con le sole pause fisiologiche obbligate, ci siamo trovati davanti una  trama dallo scarso appeal, che non spinge il giocatore al completamento dell’arco narrativo se non per la curiosità di scoprire cosa avvenga al termine del timer, messa comunque a dura prova dalla piattezza generale; un sistema di combattimento solo in parte apprezzabile, che tenta di essere action, ma che si rende a tratti fin troppo limitativo nella sua forzatura di elementi a turni, ed un comparto tecnico non più all’altezza delle attuali produzioni PlayStation 3 ed Xbox 360, console ormai giunte agli ultimi anni di ciclo vita, e delle quali gli sviluppatori hanno ormai una consapevolezza tale da consentire di offrire livelli grafici di altissimo rilievo. Il prodotto resta soggettivamente valutabile come per i suoi diretti precedessori, ma qualunque sia il vostro personale giudizio di Final Fantasy XIII e di XIII-2, probabilmente questo terzo episodio si porrà al terzo gradino di un ipotetico podio. Consigliamo di valutare in maniera estremamente personale quanto i due precedenti capitoli vi siano piaciuti, e quanto effettivamente siate curiosi di scoprire cosa accadrà al mondo in Lightning Returns, prima di valutare l’acquisto ad occhi chiusi.